S.O.S. LEATHER ART -intervista-
di Claudia Degli Innocenti
L’artigiano e l’artista: figure da sempre al centro di un acceso e perenne dibattito, protagonisti di riflessioni e discussioni filosofiche. Ma sono poi così diversi? Come sempre dobbiamo tornare all’origine della parola. In latino “Ars”, significa “metodo pratico” ovvero “tecnica”; viene naturale rendersi conto che nella parola “artigiano”, inteso come colui che eccelle nel proprio mestiere, è contenuta di fatto la parola “arte”. Ancora più interessante è sapere che nel Medioevo non esisteva la definizione di “artigiano” e “artigianato”, e tutte le persone che eccellevano in qualcosa che comprendesse abilità tecniche venivano definite artiste. Pertanto, e soprattutto alla luce dei ritmi della società odierna, chiunque crei qualcosa che comporti conoscenze tecniche specifiche, abilità e capacità di trasmettere agli altri tramite le sue creazioni si merita senza dubbio l’appellativo di “artista”.
Questo è il caso di Ginevra Dinelli e Alessandro Vattimo, fondatori di S.O.S. Leather Art, un laboratorio artistico sito a Caprese Michelangelo, luogo natale di Michelangelo Buonarroti, definita anche “la Piccola Valle di Dio”, in cui il cuoio viene lavorato esclusivamente a mano e dove tradizione, natura e modernità si fondono in perfetto equilibrio.
C: Ginevra, come è nata S.O.S. Leather Art?
G: S.O.S. Leather Art nasce nel 2015 dal risveglio di passioni sopite: quelle per la cultura e l’arte come mezzi di ricerca, di conservazione o sperimentazione e di comunicazione. Io e mio marito Alessandro avevamo un negozio di articoli per animali e per soddisfare le esigenze particolari dei clienti chiedemmo a degli amici artigiani di insegnarci a produrre da soli alcuni semplici accessori in cuoio: guinzagli, collari… Senza accorgercene, non pensavamo ad altro: che tipi di cuoio esistono? C’è differenza tra pelle e cuoio? La concia cosa è? Quali le scuole ed i metodi di lavorazione? La curiosità e la fantasia erano appena state stimolate.
C: Quanto credete che abbia influito, secondo il concetto dello Spiritus Loci, il luogo in cui siete nati e quello in cui portate avanti la vostra attività, sulla vostra arte e sulla nascita di S.O.S. Leather Art?
G: Io ed Alessandro siam entrambi nativi di Siena città medioevale dove all’artigianato e all’arte è sempre stata riconosciuta la funzione di custodire e veicolare i valori culturali e spirituali della città. Arte ed artigianato erano vanto, ed oggi è proprio nei giorni di Palio che più si percepisce questa verità. Io e mio marito apparteniamo entrambi alla contrada della Chiocciola, la cui arte caratteristica (corporazione) è storicamente, la lavorazione del cuoio! Queste informazioni con le quali siamo cresciuti, inconsapevolmente in effetti, potrebbero aver influito sul nostro percorso. Sarebbero altrimenti coincidenze interessanti! Adesso viviamo in un luogo chiamato “La Piccola Valle di Dio” per la serenità che infonde: Caprese Michelangelo. Possiamo quindi dire che S.O.S. non è nato qui, ma qui cresce e vive: gli equilibri naturali che ci circondano ci insegnano il significato dell’armonia; i fiori, le foglie ed i colori della vegetazione sono i dettagli che impreziosiscono più spesso i nostri manufatti.
C: Come affrontate la difficile sfida di conciliare un mondo che vive sempre più veloce ed in maniera superficiale, con il concetto del “tempo del creare” fondamentale per ottenere un manufatto di qualità?
G: Alessandro, bassista per diletto, dice: “La pausa crea la musica tanto quanto la nota”. Ogni nostra creazione può richiedere da pochi giorni a diverse settimane di tempo per la realizzazione ma il nostro cliente ne è a conoscenza: ci ha scelti perché privilegiamo lo studio attento del particolare piuttosto che la produzione quantitativa. L’attuale tecnologia dei mezzi di comunicazione ci è di grande supporto: la usiamo per ridurre l’eventuale distanza fisica e per colmare i tempi di attesa del cliente aggiornandolo con le foto delle fasi di avanzamento del processo creativo per renderlo sereno, consapevole e partecipe. Attraverso le foto e le descrizioni dei manufatti già realizzati e attraverso i preventivi ed i rendering nelle fasi preliminari siamo precisi nel riferire quali prodotti, quali servizi e quali tariffe siamo in grado di offrire. E non cerchiamo consenso ovunque: il nostro cliente conosce e riconosce il valore che c’è nell’arte, nell’artigianato e nel manufatto.
C: Definireste il vostro prodotto a basso impatto ambientale?
G: Quello che so sulla sostenibilità ambientale l’ho imparato della montagna: essa include ed accetta la morte ma nulla è spreco o scarto bensì trasformazione e rinascita. Il cuoio che utilizziamo in bottega deriva esclusivamente dal processo di macellazione: riconoscendo le caratteristiche e le potenzialità della pelle evitiamo che essa risulti un rifiuto della catena alimentare. Il processo artistico ci permette addirittura di trasformare quella morte in un manufatto tanto duraturo da ridurre i consumi. Il nostro cuoio è conciato al vegetale: il processo che inibisce la decomposizione e che rende la pelle impermeabile è condotto con i tannini, estratti naturali derivanti esclusivamente da fonti vegetali come il legno di castagno (e dunque non inquinanti). Un tema legato alla sostenibilità ambientale è quello che definirei della “sostenibilità psico-emotiva”. Oggi non si parla abbastanza di benessere: del cliente e del lavoratore che hanno diritto di maneggiare un prodotto non alterato dalla chimica innaturale delle macchine; dell’ambiente le cui regole millenarie siano rispettate; e dell’animale. Stiamo cercando nel mercato italiano un certificato che attesti la qualità della vita (e della morte) dell’animale. Lo sforzo che potrebbe portare alla creazione di questo “certificato di benessere” lo dovremmo fare tutti: gli allevatori, le concerie, gli artigiani e gli artisti, ed il cliente che deve desiderare un pezzo di cuoio con un graffio o addirittura una cicatrice, medaglie al valore della libertà. Dovrebbero cambiare la sensibilità prima, e la mentalità poi dei più per cui la perfezione non è più un valore più alto dell’equilibrio, dell’armonia e del benessere.
C: Sfide, sogni o progetti per il futuro?
G: Nei prossimi mesi lavoreremo su diversi fronti: stiamo progettando di ristrutturare la bottega così da consentire a chiunque voglia conoscere la nostra realtà, a chi vuole assistere al lavoro e a chi vorrebbe imparare il mestiere di venire a trovarci comodamente; potenzieremo la presenza di S.O.S. sul web e finalmente affiancheremo un sito di vendita diretta alle pagine social.
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Un’intervista che si chiude con le parole di Ginevra Dinelli rivolte al futuro, in questo periodo in cui il guardare avanti spaventa e molti artisti pare che “abbiano appeso le cetre alle fronde dei salici”, nella “Piccola Valle di Dio” due giovani ragazzi portano avanti i loro sogni, con uno sguardo al passato e con il cuore verso il divenire.
da LUOGOS, numero 21/ Anno VII n°3